Gli errori grammaticali rischiano di vanificare il lavoro della tua tesi di laurea o del tuo elaborato professionale. Fortunatamente esistono le revisioni del relatore ma, evitarle, è meglio così da non cadere in brutte figure. Eh già perché un errore grammaticale può essere corretto subito dopo mentre stiamo parlando, ma un errore ortografico o grammaticale, oppure un banale refuso pubblicato sul web o su un documento finale, può sfuggirti e crearti disagio e noi questo non lo vogliamo affatto!
Per evitare errori da matita rossa facciamo un promemoria e ricordiamo quelli più comuni.
Ma perché facciamo tanti errori? Lo sappiamo, l’Italia è il Paese dei mille campanili e dei tanti dialetti che, indirettamente, influenzano il nostro modo di parlare e…scrivere. Se noi “scriviamo come parliamo” ecco che le nostre belle abitudini si trasformano in tragicomici errori linguistici. La tesi di laurea richiede però un’accortezza particolare. Non è un buon momento per scivolare sui congiuntivi!
Tutto chiaro?
Bene, allora possiamo andare avanti e memorizzare alcuni errori che ci capita di fare ed incontrare con frequenza e che, da oggi, eviteremo così da non metterci in imbarazzo con il tuo relatore che tanto punta su di te!
Iniziamo…
Come lo capisci? Prendiamo un esempio, la parola “po’” che va sempre scritta non l’apostrofo e non con l’accento (po’). Discorso inverso vale per le parole….accentate sull’ultima: cioè, perché, già. Qui l’accento va usato, non l’apostrofo (es. perche’, pero’…questi sono erroracci!). E la regola vale anche se scriviamo in maiuscolo.
Se la “e” maiuscola accentata non ha un simbolo sulla tastiera?
In questo caso la soluzione è la seguente:
Oppure:
Evitare la virgola tra due parti del discorso strettamente collegate fra loro: per esempio, tra soggetto e verbo; nome e aggettivo; verbo e complemento oggetto.
Tutti ci siamo cascati almeno una volta. Però questa cosa dobbiamo superarla! Lo sappiamo, suscita sempre una particolare antipatia ma basta memorizzare una piccola regola per non sbagliare: “L’importante è che tu hai giocato a tennis” è sbagliato! Devi dire e scrivere “L’importante è che tu abbia giocato a tennis!”
Anche in questo caso facciamo tanta confusione. L’accento si usa solo quando si tratta di una congiunzione negativa e, dunque, “non ne abbiamo parlato” è la versione corretta.
Il trucco per capire se ci vuole o non ci vuole l’apostrofo è piuttosto semplice: isola la parola sulla quale hai dubbi, in questo caso qual, e cerca di capire se può occorrere dinanzi a un’altra parola senza apostrofo. La parola qual, per esempio, può occorrere dinanzi a buon nell’espressione qual buon vento. Se questo è il tuo caso l’apostrofo non serve: ti trovi dinanzi a un caso di troncamento, e non di elisione.
Sembra essere una banalità ma non lo è affatto. La virgola detta i tempi di un discorso, vietato sbagliare!
E allora…
Sembra impossibile ma esiste ancora questo tipo di errore che, è bene ribadirlo, non è grave ma gravissimo! Non te lo puoi permettere caro il mio dottore! Ti stai laureando!
Qui non ci sono consigli o soluzioni, devi saperlo e basta ma, ne siamo certi, dopo aver letto questo articolo, non sbaglierai mai più.
La forma corretta prevede il raddoppiamento sintattico, dunque, si scrive soprattutto
Rientra tra le parole o espressioni che nell’italiano contemporaneo vengono scritte unite, come per esempio:
Che significa? Che le parole hanno un significato: il consiglio è quello di non parlare o scrivere a caso. Se non conosciamo il significato di una parola meglio andare a cercarlo.
Come?
Basta utilizzare un dizionario online oppure in rete un motore di ricerca o aiutatevi con le risorse del vostro documento word. Insomma, occhi aperti e….da questo momento in poi non avete più scuse!
Gli scrittori di IQfactory non fanno errori grammaticali. Ti posso aiutiamo con la tua tesi? Chiedi un preventivo!
Seguici su Facebook!